Sono davvero belle, bellissime le donne del Burkina Faso, con i loro vestiti tradizionali, dagli smaglianti colori dell'arcobaleno, con disegni di farfalla e di tigri. Portano un turbante arrotolato in testa per difendere i bei visi dal sole. Due occhi come grani di pepe scrutano i turisti. Sono le donne del Burkina Faso, anima dell'Africa profonda e custodi della religiosità animista (il 20 per cento della popolazione è ancora fedele alle tradizioni politeiste) del Continente nero. Scegliere il Burkina Faso come destinazione per le proprie vacanze vuol dire fare quattro passi nel tempo che fu, un'immersione nell'umanità primigenia, lontana mille miglia dalla civiltà dei consumi. Un consiglio a quanti vogliano scendere fin quaggiù, nel cuore dell'Africa nera, per trascorrere una vacanza veramente alternativa: in Burkina Faso, un po' per le difficoltà linguistiche, un po' perché la prudenza non è mai troppa,  l'ideale è scegliere un trattamento di pensione completa che toglie grattacapi e problemi. Pensate, tanto per dirne una, che l'intero Paese è percorso da appena 600 chilometri di ferrovie e che ha soltanto un aeroporto internazionale. Quello della Capitale, che porta un nome difficilissimo da pronunciare. Provateci: Ouagadougo. Uno scioglilingua per gli europei...
Tutti in Burkina Faso, dunque, per avere la gioia di sentirsi come Jonathan Livingstone, durante le sue esplorazioni africane. E non scordatevi il cappello di paglia! Un viaggio nel cuore di tenebra dell'umanità, in questa terra misteriosa dove i tamburi della giungla continuano a rullare nel silenzio sovrano della natura selvaggia.